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La caverna di Nietzsche
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Che cosa accade quando si prova ad entrare con la propria immaginazione in un’opera come La nascita della tragedia dallo spirito della musica? Può essere un gioco che al mondo digitale sostituisce l’illusione letteraria, nella sua purezza immediata, risarcendoci di una perdita inane, e quindi una magnifica avventura nel nostro inconscio di uomini e nell’inconscio della Storia. Stiamo cercando la tragedia greca. Possiamo farlo in nome della bellezza e della primavera, con questo diario di viaggio davanti, immersi nel bosco arcaico, nella Grecia dionisiaca e nei nostri sensi di antichi esseri dal fiuto bestiale e dalla vista acuta e pronta. Entrando e procedendo di porta in porta, capiteremo in livelli illusori diversi, sempre più profondi e forse ci perderemo, per poi ritrovarci. Apollo, Dioniso, Omero, Archiloco. Ecco i nostri incontri. E per entrare nel vivo di questa avventura filosofica, dovremo abbandonare qualsiasi schema conosciuto, e diventare illogici! Messo in scena da diversi anni come percorso teatrale in teatri e scuole, La caverna di Nietzsche è il racconto di questo viaggio al centro della prima opera di Friedrich Nietzsche, alla ricerca del pensiero tragico.
"Federica Bassetti raccoglie e, con paradossale fedeltà, ci affida suggerimenti che potremmo definire drasticamente antiermeneutici: Nietzsche non andrebbe letto per essere, in ultimo, decodificato (e, coerentemente, considera Apollo e Dioniso fondamentalmente “come forze”). Nietzsche andrebbe per Bassetti essenzialmente messo in scena. Ricordiamo l’invito di Deleuze a concepire la decodificazione in Nietzsche in quanto movimento radicale volto a “fare qualcosa che non sia codificabile, bruciare tutti i codici”,4 ripensando il testo – compreso quello psichico – in termini di forza e intensità. La messa-in-scena costituirebbe dunque l’unica modalità adeguata di avvicinamento ai suoi testi: la filosofia, nell’accezione accademica, potrebbe rivelarsi in essi come un esito forse inevitabile, e tuttavia secondario: scorza o effetto prospettico di una dimensione esperienziale da concepirsi, sulla scorta delle indicazioni dello stesso Nietzsche, secondo un paradigma artistico." Dalla prefazione di Alessandro Croce