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VAN DYCK. IL PERIODO ROMANO
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Il passaggio in Italia, e principalmente il soggiorno a Roma, del pittore anversese Antonie van Dyck è stato oggetto di numerosi studi ai quali, però, mancava un tassello importante, un documento archivistico che confermasse, senza alcun dubbio, ciò che era stato semplicemente ipotizzato. È stato possibile, grazie al ritrovamento di una piccola citazione archivistica, rileggere in altra chiave, rispetto a quanto finora noto, questo importante e problematico momento. I punti cardine della sua vicenda romana sono stati individuati nelle le relazioni intense, ma nascoste, intrattenute dal pittore con i Gesuiti, e quelle con l’ambiente dell’Accademia dei Lincei – per quanto attiene all’ambiente culturale – e l’affinità formale ed intellettuale con la scultura del giovane Gian Lorenzo Bernini. Lo studio non ha aspirazione di esaustività, bensì di aprire una prospettiva problematica. La nostra ambizione è stata soprattutto evidenziare le ambiguità, le difficoltà, i punti oscuri della vicenda, dandone, qualora possibile, una verosimile interpretazione. Offrire, quindi, non risposte, ma spunti di ricerca e di ponderazione.