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LA COLONNA SPEZZATA. Vita del Real Carabiniere Angelo Rognoni
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Rognoni fu un giovane che, credendo fortemente nei valori risorgimentali, poco più che ventenne si arruolò nel Corpo dei Carabinieri Reali e terminato il periodo di istruzione fu trasferito in Adernò passando dalle risaie pavesi (era nativo di Dorno) alle pendici dell’Etna. A soli ventitré anni, mentre adempiva al proprio dovere, trovò la morte affrontando, unitamente a altri due militari rimasti feriti, dei malfattori che avevano poco prima consumato un reato. La madre del militare, a causa della distanza e della precaria condizione economica, non ebbe né la possibilità di acquistare una tomba né quella di traslare le spoglie del proprio figlio nel paese d’origine rinunciando, suo malgrado, alla consolazione di pregare sulle Sue spoglie mortali. La Sua tomba sarà realizzata nel cimitero di Adernò e, come si legge in una parte dell’epitaffio, “lo spirito della madre lontana, il cuor generoso dei camerati del suo tenente grazie” è stata voluta dai commilitoni del Carabiniere caduto. Nonostante i differenti contesti storici e operativi per i Carabinieri di oggi è facile immedesimarsi nella triste storia del Rognoni. Un giovane chiamato a servire la propria Nazione lontano da casa e dagli affetti più cari. A noi oggi è richiesto il dovere di mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per tenere fede al giuramento prestato e per contribuire alla crescita di una ancora giovane Patria in pieno fermento sociale.