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Marco Lamberti e la cultura libertina fra cinque e seicento
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Il toscano Marco di Antonio Lamberti (II metà del XVI sec.-1637) è stato un autore noto nel Seicento, tuttavia oggi il suo nome raramente si incontra nelle storie letterarie. Poeta, sacerdote, libertino, condusse una vita dissipata, indisciplinata e a tratti violenta, il che gli costò, più di una volta, anche il carcere. Erede della tradizione comica e burlesca toscana (Cecco Angiolieri, il Burchiello, Francesco Berni), scrisse un numero considerevole di versi satirici, osceni e antipapali, ma anche sacri e di natura lirica, che ebbero una circolazione manoscritta straordinaria, segno di un indubbio apprezzamento fra i coevi. Una figura, quella del Lamberti, che oggi, senza preconcetti, va strappata all’oblio per essere collocata adeguatamente nella stagione della Scapigliatura toscana. Nel volume, che ospita contributi di Pietro Giulio Riga, Marco Leone, Federico Contini e Giuseppe Crimi, sono affrontati alcuni degli aspetti più significativi della produzione poetica del libertino.