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Riportare al cuore
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Sono raccolti in questo volume i pensieri, le riflessioni, gli stati d’animo, che hanno accompagnato l’Autrice in una fase particolarmente drammatica della sua esistenza: un momento in cui la ‘scoperta’ della malattia la pone faccia a faccia con una realtà nuova, con la quale, in una dimensione spazio-temporale radicalmente mutata, è obbligata a fare i conti. Ma già all’inizio del suo percorso terapeutico, Mimma per fronteggiare il dolore, misto allo sbigottimento iniziale, si affida, quasi d’impeto, alla “scrittura”, affinando i ferri di mestiere e rispondendo consapevolmente a ciò che già sente, quasi, come un imperativo morale: la necessità di trasformare la sua vita in parole scritte (“Scrivi ciò che non dovrebbe essere dimenticato”). La scrittura risponde per lei a una “necessità narrativa”: il narrare per ritrovarsi nelle tante vite che costellano le memorie della sua famiglia diventa così un bisogno intimo e soprattutto un atto di Amore. In questo viaggio a ritroso della memoria, costantemente vivificato dalla fede, e vissuto come processo di purificazione, o, meglio, di sublimazione del dolore, Mimma opera un drastico mutamento di scena, ribaltando lo sguardo e andando ‘oltre’ il presente, fino ad offrirci squarci di ambienti e pagine di rara felicità narrativa. In realtà le tante vite della sua famiglia, così ben ricostruite sullo sfondo di raffinate notazioni storico-sociali, si configurano come una somma di biografie, o meglio, come un grande racconto a forte connotazione autobiografica. Pagine che confermano l’assoluta fedeltà al suo credo religioso, e testimoniano, fino alla fine, il suo alto valore umano e intellettuale.